Massimo Fancellu

Coaching per il team

Cosa ci insegna la mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia - Massimo Fancellu

Cosa ci insegna la mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia

Ieri sera è stata scritta una delle pagine più brutte del calcio italiano: la nostra Nazionale non si è qualificata ai Mondiali di Russia 2018.

In Italia possiamo sopportare politici corrotti, crisi economica, scuola allo sbando, situazione sociale critica, inquinamento, ecc., ma essere fuori dai Mondiali di calcio, fin dalle eliminatorie, appunto, senza partecipare alla fase finale, è uno smacco, questo sì, insopportabile!

Un'onta all'orgoglio italico che ha fatto nascere in molti la stessa domanda: come è potuto succedere?
Ma da coach che lavora nello sviluppo dei Team aziendali, a me è venuto da farmi subito dopo anche un'altra domanda: c'è qualcosa che possiamo imparare dalla mancata qualificazione della nostra Nazionale?  

Erano 60 anni che non succedeva di essere esclusi da un'edizione dei Mondiali e, per la verità, è solo la seconda volta che succede (l'altra fu, appunto, nel 1958).
Ma tanto è il peso di questa eliminazione che a rimanerne turbati e amareggiati non sono solo i tifosi veri e propri (tantissimi, nel nostro Paese) ma anche persone più disincantate come me, che si appassionano al calcio proprio in occasione delle gare di Coppa del Mondo. 

In più, vedere Gianluigi Buffon, un mito del calcio italiano e internazionale, esempio di sportività e tenacia, piangere come un bambino nel rendersi conto dell'occasione (persa) di risollevare clima sociale e umore nella nostra nazione (come spesso ha fatto il calcio italiano) ha avuto un effetto forte anche su di me. 

Per questo, trovo utile provare a "leggere" questa indigesta eliminazione alla luce di ciò che l'osservazione del lavoro in Team mette ogni giorno davanti ai miei occhi. 

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Prima regola - Dare un senso anche alle sconfitte

Non è una cosa scontata, non tutti trovano il tempo per dare senso o celebrare le vittorie. Fermarsi e festeggiare un risultato positivo è, in ogni caso, facile, piacevole e alla portata di tutti (se c'è la volontà di farlo).

Ma per le sconfitte è diverso: la tentazione è di buttarsele velocemente dietro le spalle. Dimenticarle. Cancellarle.
Solo pochi sanno dare senso anche alle sconfitte. Ricorda però che una delle caratteristiche tipiche di chi ha una mentalità vincente è proprio la sua capacità di riuscire ad accettare, interpretare e trovare un significato anche nei propri fallimenti.

Seconda regola - Ogni cosa che ci succede è conseguenza di qualcos'altro che, prima, abbiamo contribuito a fare accadere

Durante la partita di ieri sera (13 novembre) tutti gli uomini della Nazionale si sono impegnati a fondo, anche oltre le energie che avevano.

Il fatto è che in una competizione a punti che si gioca in più partite, giuste o sbagliate che siano le regole, non vince chi gioca meglio l'ultima partita (o almeno questo non avviene quasi mai), ma chi gioca meglio complessivamente (nel senso che fa più punti).

Tradotto nel concreto significa che per vincere non si può far affidamento solo sulle performance brillanti dell'ultim'ora. Pur riconoscendo che la partita di ieri è stata, almeno in parte, una partita sfortunata per gli Azzurri (di entrare in rete il pallone sembrava proprio non averne voglia), dobbiamo tener conto del fatto che il livello di gioco della squadra italiana durante tutto il torneo è stato parecchio altalenante e poco convincente. Tanto che, in più occasioni, la nostra Nazionale si è fatta sfuggire delle belle opportunità per fare goal.

Insomma, non puoi parlare di "sfiga" se parti con un punto di svantaggio e se questo svantaggio ce l'hai perché non ti sei impegnato prima quanto necessario.

Morale: c'è una parte importante di nostra responsabilità in ciò che ci succede. Per questo, comportarsi in modo responsabile significa fare da subito ciò che dipende da noi per raggiungere i traguardi che ci siamo dati, vivendo al meglio delle nostre possibilità.
Su questo punto, il Team azzurro credo possa fare parecchie riflessioni.

Terza regola - Investire nei talenti, nella ricerca e nella formazione

Pare che la Spagna sia una delle squadre più forti del mondo grazie al fatto che investe molto nei cosiddetti "vivai", ovvero i calciatori allevati nei settori giovanili dei club calcistici. Altrettanto fanno la maggior parte delle nazioni europee che vantano una Nazionale ai vertici delle classifiche mondiali. 

In Italia, invece, questo non succede: siamo molto indietro (solo l'8,6% dei giocatori cresciuti nei vivai italiani figura oggi negli organici del Campionato), risultiamo indietro anche rispetto a nazioni che non hanno il nostro blasone calcistico.

Il fatto è che, in questo caso, l'approccio della nostra Nazionale sembra riflettere l'approccio delle nostre politiche in generale e, diciamocelo, anche della stessa propensione dei singoli.
Si investe poco nel far crescere le persone e le organizzazioni, cioè si investe poco nella ricerca e nella formazione. Un approccio che purtroppo porta guai molto peggiori, però, rispetto all'amarezza di non poter disputare le finali di un Mondiale di calcio (tifosi, non me ne vogliate).

Nazionale italiana calcio

Nazionale italiana calcio

I politici e i calciatori ci rappresentano?

Nel mio lavoro, ho sempre trovato utile far leva sulla responsabilità personale. 

Far leva sulla responsabilità permette di decidere sul futuro invece che recriminare sul passato. Recriminiamo sul passato quando cerchiamo un colpevole da punire invece che capire come funzionano le cose: far leva sulla colpa, quindi, non è efficace, anche se può sembrare più soddisfacente e meno faticoso.

Anche se è facile criticare gli altri e, nello specifico, allenatore e squadra, siamo sicuri di non comportarci, in molte occasioni, come hanno fatto loro?

Nel dubbio, da coach mi sento di chiedere a me stesso e a te:

  • Qual è la prossima vittoria che vuoi ottenere?
  • Cosa devi assolutamente fare adesso, per poter vincere "alla fine del torneo"?
  • Quali errori è meglio evitare, se non vuoi perdere? 

Ricordati che davanti a noi ci sono sempre delle scelte, ognuna delle quali ci porta verso un futuro diverso quindi... buon percorso.

Ne hai abbastanza di fare la guardia ai tuoi dipendenti?

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Massimo Fancellu
 

Sono un formatore e un Coach professionista specializzato nello sviluppo dei Team aziendali. Col mio metodo “TEAM IN 3 PASSI” aiuto i Team di lavoro che vogliono essere più efficaci ed efficienti. Questo in azienda significa lavorare con più affiatamento, maggior benessere e aumentare la produttività del gruppo.

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