Per fare il proprio lavoro, ogni professionista che si rispetti dovrebbe tenersi aggiornato e, anche al di là delle novità normative o tecniche, innovarsi.

Questo credo e in base a questo mi comporto. Per questo motivo, alcuni mesi fa mi sono lanciato con entusiasmo nel percorso di formazione come Mentor coach e supervisore, che ho seguito con Mens Lab, di Giuseppe Meli.

Questo percorso si è rivelato interessante oltre le aspettative e mi ha permesso di "toccare con mano" l'importanza che, per un coach, ha l'avere un feedback da un collega esperto. Feedback che ti aiuta a migliorare come professionista ed a capire come aiutare con ancora maggior efficacia i tuoi clienti.

Il Mentor coaching  consiste nel fornire un'assistenza professionale nel raggiungere e dimostrare i livelli di competenza che il mentee (cioè l'allievo, colui che fa ricorso al mentoring) desidera raggiungere, In pratica il mentor coaching consiste nel fare coaching ai coach che desiderano evolversi e migliorare, come coach.  

Per potenziare il mentor coaching, si utilizza lo strumento della Supervisione, cioè l'osservazione diretta (ad esempio, usufruendo di una sessione di coaching) o indiretta (con una registrazione) del modo con il quale il coach lavora, insieme ad un successivo feedback e a delle indicazioni metodologiche su come applicare meglio le competenze chiave del coaching.??

Entrambe queste attività vengono portate avanti nel rispetto dei principi del coaching e, in particolare, mentor coach e mentee decidono insieme gli obiettivi (miglioramento generale o singole competenze), le modalità e i tempi del percorso da intraprendere.

La giusta premessa da fare è che mi sono iscritto al percorso perché penso di essere cresciuto molto come coach e formatore, da quando la mia carriera è iniziata.
E voglio mettere, in linea di principio, a disposizione degli altri coach e formatori meno esperti di me le cose che ho imparato.

Questa mia crescita negli ultimi due anni era rallentata, un po’ come se le stesse intuizioni e convinzioni che mi avevano permesso di crescere, adesso mi stessero tenendo ancorato al livello raggiunto e rappresentassero un “muro invisibile” che mi impediva di progredire.

Questa, più che una consapevolezza era un’intuizione inconscia che ancora non avevo esplicitato a me stesso. L’inizio del corso mi è servito per esplicitarla meglio.

All’inizio della mia carriera nel coaching ho sopravvalutato le domande perché erano qualcosa di nuovo.

Poi ho capito che gli ingredienti fondamentali del coaching di qualità sono, oltre alla definizione degli obiettivi, la presenza e la fiducia. E da quando ho capito questo la qualità del mio coaching è cresciuta spropositatamente, rispetto a prima.

Ma per chi vuole arrivare all’eccellenza professionale questo non basta.

Questo corso fondamentalmente mi è servito per tornare all’arte delle domande ed alla cura dei particolari con la consapevolezza di come funziona (e di come dovrebbe funzionare) il processo di coaching. Consapevolezza maturata negli anni con l’esperienza e molto meno con lo studio teorico che, in quest'ultimo anno sono andati a fondersi magistralmente.

Fra le righe di questo articolo ho spiegato i diversi vantaggi del mentor coaching e, nel mio prossimo articolo, voglio illustrarteli in modo più concreto e dettagliato.

Essenzialmente, le motivazioni che ti dovrebbero spingere a cercare un Mentor coach che ti segua sono 2:

• Migliorare come coach (e avere qualcuno che ti osserva direttamente ti aiuta a migliorare sotto tanti punti di vista)
• Mantenere (se ne hai una) la tua certificazione come coach che, come tutte le professioni, prevede la formazione continua.

Un percorso di mentor coaching, infatti, assegna i crediti formativi richiesti dalla tua associazione e ti permette di mantenere (o aumentare) il tuo attuale livello di certificazione professionale.

Conosci qualche buon motivo per non ricorrere a questo servizio? Io nemmeno uno!