Spesso le cose si fanno… facendole! Eccesso di consapevolezza: come evitarne i rischi
Negli ultimi mesi mi è capitato spesso di incontrare persone con alle spalle esperienze significative in percorsi di sviluppo personale o spirituale.
Persone che, spinte dal desiderio di cambiare parti di sé e del proprio modo di agire, hanno conosciuto e sperimentato tutta una serie di strategie e tecniche utili per realizzare risultati importanti, sia concreti (fare) che emozionali (essere).
Ho notato, però, che queste conoscenze e consapevolezze maturate, a volte, da vantaggio si trasformano in un danno per la persona: diventano, infatti, una limitazione o una scusa, invece che una risorsa.
Voglio perciò raccontarti alcuni errori in cui si può incorrere quando "si studia troppo"....ovviamente, sperando che tu apprenda la lezione ancora prima di sbagliare!
Convinzioni limitanti: quando conoscerle diventa un limite
Se hai seguito percorsi di sviluppo personale è probabile che tu ti sia imbattuto, ad esempio, nel concetto di "convinzioni limitanti". Le convinzioni limitanti sono delle credenze errate rispetto a sé stessi oppure al funzionamento del mondo che, appunto, anziché favorire, limitano, bloccano il pieno fiorire dei nostri talenti e della nostra vita.
Partendo da queste nuove consapevolezze sui propri pensieri limitanti, alcune persone ne traggono conclusioni non proprio adatte a migliorare davvero la propria condizione di vita. Da alcune di esse, desiderose di raggiungere obiettivi molto specifici e concreti nella loro vita (come, ad esempio, impegnarsi a chiedere qualcosa a qualcuno, scrivere un progetto, ecc) mi son sentito personalmente dare risposte di questo tipo: "Devo lavorare sulle mie convinzioni".
Rimandando a non si sa quando il momento di passare all'azione concretamente.
Ok, perfetto, va benissimo lavorare sulle proprie convinzioni. Spesso, anch'io aiuto i miei clienti a farlo.
Nel frattempo, però, per agire non è necessario aspettare di "risolvere" e "veder sparire" tutte le tue credenze non veritiere.
Ad esempio, potresti anche cominciare a scrivere quel progetto, a chiedere ciò che ti eri proposto, ecco tutto.
Per cambiare, è indispensabile passare dalle consapevolezze astratte all'azione concreta.
Emozioni e stati d'animo negativi. Agire anziché aspettare che passino
Anche essere consapevoli delle proprie emozioni e dei propri stati d'animo negativi è un'ottima cosa: rendersi conto dei modi usati abitualmente per gestire certe situazioni è molto utile per poterle migliorare.
Ma, come coach, quando sento dirmi frasi del tipo "Andrei a fare quel discorso in pubblico se mi sentissi più tranquillo nel farlo", in testa mi si accende una spia: chi ti impedisce di farlo ugualmente?
Anche in questo caso, infatti, agire, pur non avendo lo stato d'animo ottimale, è molto più efficace che aspettare di raggiungere la pace perfetta prima di fare ciò che desideriamo fare.
Le consapevolezze sul proprio passato non devono trasformarsi in un alibi
"Ho rivissuto la mia nascita", mi dice un cliente, "e ho scoperto che..., quindi, nel momento in cui devo chiedere qualcosa agli altri non sono più a mio agio per cui non lo faccio, oppure lo faccio male".
Perfetto! Questo è un altro splendido esempio di come una nuova consapevolezza può diventare essa stessa limitante anziché utile a superare una difficoltà.
Aver scoperto, preso coscienza dei propri vissuti non deve trasformarsi in un alibi per non affrontare gli ostacoli, tutto qua.
I condizionamenti sottili dell'iper-consapevolezza
Fin da piccolissimi, ogni volta che interagiamo con gli altri siamo tutti potenzialmente soggetti a dei condizionamenti; spesso, queste influenze esterne si manifestano sotto forma di pensieri e ricordi che possono sostenerci o limitarci, a seconda dei casi.
Il punto abbastanza paradossale è che anche la stessa idea di avere convinzioni limitanti o l'essere iper-consapevole di uno schema mentale o altro può ostacolare il nostro campo di azione e, quindi, le possibilità che ci diamo. O può diventare una scusa per non fare.
Come aggirare i limiti della consapevolezza e cambiare concretamente
Ma allora, potresti dirmi, non ci sono speranze?!?
Più che speranze, certezze! Infatti, come le neuroscienze ampiamente ormai ci dimostrano, possiamo contare sul fatto di avere diversi mezzi a nostra disposizione per innescare dei cambiamenti positivi in noi stessi.
Sono diverse variabili che, influenzandosi reciprocamente, ci permettono di trasformarci; fra queste, le principali sono:
- I nostri comportamenti
- La nostra fisiologia (postura, respirazione, sensazioni interne, ...)
- Il nostro stato d'animo
- Le nostre conoscenze e capacità
- I nostri pensieri (valori, convinzioni, ecc.) sul mondo e su noi stessi
Ciascuno di questi fattori, appunto, incide su tutti gli altri; quindi, non sempre è necessario modificare i nostri pensieri, le nostre convinzioni più profonde: in diversi casi, è sufficiente fare qualcosa, agire nella direzione voluta, insomma.
Spesso, proprio andando incontro con l'azione verso quel qualcosa che, da un po' di tempo, dici di essere convinto di non riuscire a fare.
Occhio, però! Applica questo atteggiamento cum grano salis!
Se ti sei convinto di non essere capace di fare un triplo salto mortale carpiato e non lo hai mai fatto proprio per via di questa convinzione, qualche domanda sei autorizzato a portela. Quindi, se proprio ci tieni a farlo, assicurati prima di raggiungere un livello di capacità sufficiente per tentare -in sicurezza- sotto la supervisione di un affidabile istruttore.
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Vuoi passare all'azione? Ecco le domande del coach per te
Provocazioni a parte (parlo del salto mortale), ti lascio con le immancabili domande del coach:
- Riconosci che esiste qualcosa che vorresti fare e che non hai ancora osato fare a causa di una tua autolimitazione?
- Riesci a individuare un contesto in cui puoi farla senza rischiare (sia a livello fisico che emotivo) più di tanto? Qual è?
- Quando potresti fare questa cosa?
Adesso la palla passa a te. Senza scuse. Vanno bene i pensieri e le convinzioni, vanno bene i traumi del passato, vanno bene gli stati d'animo negativi.
Ma adesso ci sei tu, solo tu: se s'ha da fare, fallo.
E, se vuoi, fammi sapere come è andata.