3 errori frequenti nel gestire il team di lavoro
Qualcosa non va per il verso giusto nel tuo gruppo di lavoro?
Gestire un team richiede impegno, presenza, disponibilità e attenzione; competenze che, il più delle volte, si imparano strada facendo, sul campo, se si ha la volontà e l'umiltà di imparare anche dai propri sbagli.
Nella mia esperienza di lavoro coi team, tre sono gli errori più frequenti nel guidare un gruppo. Dai uno sguardo e, qualora ti ritrovi in una o più di queste situazioni, spero che i miei suggerimenti ti siano utili per capire se e in che modo "aggiustare il tiro" coi tuoi collaboratori.
Le trappole che il Team leader non vede perché troppo concentrato sul risultato
Concentrarsi sul risultato finale da ottenere e su ciò che bisogna fare per ottenerlo.
Se sei responsabile di un gruppo, sai bene che questo è il focus principale su cui indirizzi il tuo tempo e le tue energie.
Ottimo! Dove sta, allora, il problema?
Nel darsi da fare su questi lodevoli risultati, può capitare di incappare in alcune trappole insidiose: fretta, scarsa chiarezza, obiettivi irrealistici o legati al proprio ideale piuttosto che alla realtà di ciò che si ha davanti sono le cause più comuni.
Se non si ha l'accortezza di intervenire per tempo su queste criticità è facile, perciò, ritrovarsi con una situazione di gruppo molto diversa rispetto alle condizioni di partenza e alla motivazione dei singoli membri.
Vediamoli uno per uno...
#Errore 1 – Essere poco chiari nel definire chi fa e che cosa
Un leader che dice al suo gruppo “Dobbiamo essere più squadra” trasmette sicuramente il senso di un obiettivo; probabilmente, ottiene anche il risultato di avere collaboratori più sensibili rispetto al valore del lavorare in team.
Ma dire "essere più squadra" è un valore , e quindi, un concetto astratto, ideale.
Senza un seguito pratico, concreto, non contempla, di per sé, in cosa si può esprimere, come si può riconoscere l'essere squadra nei fatti. Per trasporre questo apprezzabile valore aziendale in un risultato tangibile nel lavoro di gruppo serve, infatti, più precisione.
Serve, cioè, indicare i comportamenti specifici (cosa fare) che ci aspettiamo dalle persone coinvolte per essere effettivamente più team, più squadra.
Ovvero:
- Quali modi di agire specifici deve far propri ogni singolo componente per "essere squadra" nel modo di affrontare il lavoro?
- Quali comportamenti individuali indeboliscono, invece, il senso di appartenenza e la coesione dentro al team?
Più chi gestisce il gruppo (team leader) è capace nel dare indicazioni precise in tal senso, meno margini di sbagliare hanno i suoi collaboratori e più l'indirizzo su risultati e sul clima di lavoro desiderato diventa definito e possibile da realizzare.
Vediamolo con un altro esempio.
In azienda il telefono squilla ma nessuno si impegna a rispondere velocemente; il titolare interviene dicendo ai dipendenti "Dobbiamo rispondere entro il 3° squillo".
Ti stupisci se le cose riprendono a funzionare come prima, e il telefono continua a trillare a vuoto?
Dove ha sbagliato il responsabile dello staff?
Nell'omettere una parte essenziale nel suo messaggio: indicare con precisione CHI deve rispondere ed, eventualmente, con quali condizioni.
Senza incaricare una persona specifica, difficilmente qualcuno si occuperà di sollevare la cornetta entro il terzo trillo perché non sentirà di averne la responsabilità.
Vedi bene, dunque, che in fondo non si tratta di compiere chissà quali imprese pazzesche quanto di usare buon senso e lucidità per puntualizzare quanto necessario a far svolgere in maniera regolare e chiara le diverse attività.
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# Errore 2 – Spingere troppo l’acceleratore sui risultati richiesti al gruppo
Le persone e i gruppi evolvono con i loro tempi.
Ed ogni evoluzione avviene quando i tempi sono maturi: quando il gruppo ha maturato una consapevolezza ed una solidità sufficiente per poter fare un altro salto evolutivo, allora lo fa.
E se un leader spinge troppo, o troppo in fretta, verso un cambiamento per il quale il gruppo non è ancora pronto, il gruppo sai che fa? Oppone resistenza e, paradossalmente, il tempo necessario per adottare un determinato cambiamento diventa più lungo!
Ad esempio, sempre rimanendo nell'obiettivo di "essere squadra": pretendere questo da un gruppo fatto di persone che ancora a malapena si conoscono e che, soprattutto, quasi ignorano il ruolo e le mansioni degli altri colleghi, è eccessivo, incongruente rispetto alla condizione oggettiva di quel gruppo. Significa infatti chiedere troppo rispetto a ciò che, onestamente, possono essere in grado di fare in quel momento, senza lasciare loro il tempo di imparare a fidarsi e, quindi, integrarsi.
Idem se il responsabile di un team chiede più impegno sul fare squadra a persone che ancora non hanno riconosciuto in maniera chiara, univoca e condivisa la sua leadership.
Significa precorrere i tempi, avere fretta di raggiungere un obiettivo che, invece, ha prima bisogno di altri passaggi per poter arrivare, poi, a compimento.
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# Errore 3 – Inseguire gli ideali senza considerare la realtà
“Vorrei che il mio Team fosse più affiatato e coeso” è una frase, ad esempio, che mi sento ripetere spesso da imprenditori e responsabili.
Alcuni di loro, però, trascurano un elemento fondamentale:
un gruppo, prima di poter perseguire la compattezza, deve aver già raggiunto alcune condizioni di base
Nella mia casistica da team coach, infatti, questo salto in avanti può avvenire solo se:
- il team ottiene già dei risultati di lavoro soddisfacenti, apprezzabili
- ogni persona del team è sufficientemente motivata rispetto ai traguardi che il gruppo, nel suo insieme, vuole raggiungere
- ogni collaboratore sa già bene qual è il suo ruolo e cosa deve fare
Se manca anche una sola di queste condizioni è difficile che il gruppo si compatti, non per mancanza di volontà ma perché ci sono aspetti più importanti e urgenti da trattare, basilari per sviluppare l'auspicabile coesione.
Cosa accade quando chi guida il gruppo trascura questi elementi, continuando a fare pressioni su obiettivi fuori portata in quel momento? Beh, la cosa più probabile è che si finisca coll'inserire ulteriori occasioni di tensione e frustrazione, anziché favorire uno sviluppo armonico e graduale di maturità nel team.
C'è una domanda molto utile che suggerisco a tutti i team leader ogni volta che lavoro con loro applicando il mio modello TEAM IN 3 PASSI:
Qual è la priorità da affrontare?
Rispondere, volta per volta, a questa domanda e agire di conseguenza significa seguire un percorso sostenibile e duraturo verso brillanti traguardi col team.
In conclusione, cosa fare?
E, in conclusione?
Conteniamo le nostre ansie di perfezione e diamo indicazioni chiare, lasciando così al gruppo ampi margini per evolvere con rapidità.
A questo scopo, ecco tre consigli:
- Esprimi le tue richieste, i tuoi feedback e le tue indicazioni in modo chiaro e specifico
- Rispetta i "tempi di apprendimento e di cambiamento" del gruppo; ascolta i "segnali deboli"
- Prendi atto della realtà: ragionando per step (priorità) riusciamo ad essere più veloci e ordinati
E adesso, in base a questi consigli, cosa ti riprometti di fare, da subito, per far girare nel verso giusto i risultati ed il clima di relazione fra le persone del tuo team?
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