Quali segnali ci indicano che è tempo di cambiare rotta
In un precedente articolo ho spiegato come la mancanza di elasticità mentale e la poca attenzione cogliere i segnali che la vita ci manda siano, spesso, alla base dei fallimenti o, comunque, di una minore capacità di raggiungere risultati concreti e positivi.
Prenderne coscienza è già un primo passo importante per cambiare approccio e predisporsi a perseguire una via più benestante di vita. Ma, assieme a questo, serve imparare a riconoscere quegli indicatori da cui possiamo ricevere preziosi segnali per cambiare rotta.
Quali segnali indicano che qualcosa sta cambiando?
Oggi mi preme, perciò, approfondire questo aspetto indicando alcuni di questi segnali (interni od esterni), veri e propri “campanelli d’allarme” da non trascurare:
- Problemi ricorrenti (relazionali, ad esempio) in cui si ripete lo stesso copione comportamentale, pur cambiando le situazioni o le persone.
- Cambiamenti rilevanti all’interno del contesto di vita o di lavoro. Nel mio caso, ad esempio, un segnale importante di cui ho tenuto conto per orientarmi diversamente riguardo alla mia attività l’ho colto quando parecchie agenzie formative hanno iniziato ad abbassare i compensi per i docenti indistintamente, senza fare differenze.
- Coincidenze all’apparenza casuali in cui emerge in maniera evidente l’elemento della sincronicità. Ad esempio, stai valutando di cambiare posto dove vivere e più persone, improvvisamente, ti parlano proprio della stessa città in cui vorresti trasferirti.
- Autosabotaggi ed errori frequenti: ovvero azioni attraverso cui, senza nessuna ragione apparente, remiamo contro i nostri obiettivi. Ad esempio (un caso realmente accaduto ad un collega): prepari un progetto per partecipare ad un bando di finanziamento in scadenza e, una volta pronto, anziché presentarlo subito procrastini la consegna perché non ti senti del tutto soddisfatto e vorresti perfezionarlo ulteriormente, finendo per arrivare fuori tempo utile!
Chi si concentra su di un “percorso ideale” rischia di non essere sufficientemente ricettivo o troppo rigido per riuscire a captare e interpretare questi segnali. Spesso, per cogliere le opportunità serve distaccarsi dall’ideale e osservare le cose così come si presentano, senza giudizi.
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Come cambiare modo di pensare
Cambiare modo di pensare (e di agire) sembra difficile, soprattutto quando il nostro modo di ragionare è radicato da tempo. Perché?
Perché le abitudini hanno qualcosa di economico: fanno risparmiare tempo ed energia. Questo, perlomeno, finché arrivano i risultati che ci aspettiamo. Perciò, è preferibile non modificare un’abitudine che funziona: i nostri metodi consolidati ci aiutano a “stare nel flusso” e ci supportano nel realizzare performance eccellenti (rimanendo entro un determinato ambito).
Allo stesso tempo, dovremmo però abituarci a guardarci intorno: questo ci consente di accorgerci se il contesto e le dinamiche esterne rimangono immutati oppure se cambiano. E, di conseguenza, ci sarà più facile valutare se le nostre solite azioni sono adatte a tenerci ancora a lungo “nel flusso”, rendendo facile anche ciò che sembra difficile, oppure se sono destinate a saltare perché non più utili o addirittura controproducenti.
Cosa fare se, dalla nostra osservazione, emergono segnali chiari di cambiamenti in atto? Di nuovi schemi e modi di fare nel nostro ambiente di riferimento?
Se notiamo nuovi schemi e modi di fare nel nostro solito ambiente di riferimento, uno dei modi più efficaci per rispondere in maniera appropriata ai nuovi stimoli esterni è quello di provare a immaginare quale sviluppo ne può conseguire. Chiedersi perciò: “Come immagino possa evolversi questa situazione se questo trend di cambiamento continuasse?”. Una domanda – provocazione che, lo confesso, a me piace molto.
Da questo immaginare e prevedere, emergono di solito riflessioni molto interessanti su un nuovo futuro possibile, forse probabile.
3 domande per cambiare facendo fronte al futuro
Una volta che si ha ben chiaro il nuovo, possibile scenario, è utile porsi alcune altre domande, molto utili per capire come collocarsi e muoversi al suo interno. Chiedersi, cioè:
- Come mi immagino, mi vedo dentro questa nuova visione del futuro?
- Il mio attuale comportamento è e sarà utile, oppure c’è qualcosa che è meglio cambiare?
- Se serve cambiare qualcosa, quale potrebbe essere il primo passo per modificare qualcosa del mio attuale modo di fare/essere?
Rispondere con sincerità e obiettività a queste domande può davvero aiutarti nel trovare nuovi (e più utili) modi di fare, essere e, soprattutto, agire. Non sottovalutarle!