Risorse umane. Ne parliamo con Mario Rigoldi, consulente del lavoro
A volte mi capita di confrontarmi sulla gestione delle risorse umane con professionisti esperti nelle altre discipline proprie di questa funzione aziendale. Una gestione del personale efficace richiede, infatti, il coinvolgimento di una pluralità di competenze e strategie: i dipendenti vanno gestiti non solo in base alle dinamiche relazionali (ambito di cui io mi occupo da più di vent'anni), ma anche da un punto di vista giuridico, manageriale, gestionale e amministrativo...
E siccome penso che dagli altri esperti c'è sempre qualcosa di buono da imparare, qualche giorno fa mi son preso la briga di fare qualche domanda al dottor Mario Rigoldi, titolare dell'omonimo Studio di Consulenza del lavoro a Sassari ed esperto nella Gestione delle risorse umane.
In particolare, mi interessava conoscere il suo punto di vista riguardo al trattamento del personale e Mario, generosamente, ha deciso di mettere a nostra disposizione le sue idee e conoscenze.
Gli indicatori di una gestione sana del personale secondo Rigoldi
Come consulente del lavoro, qual è la tua specializzazione?
Esercito la professione di consulente del lavoro da 28 anni; dal 2015, ho iniziato a chiedermi se esistevano dei nuovi ambiti nei quali il consulente del lavoro poteva fornire il proprio contributo professionale alle imprese.
Sono convinto, infatti, che i cdl (consulenti del lavoro, ndr.) non siano dei "semplici intermediari" dei quali talvolta le imprese potrebbero fare a meno.
Non si devono, cioè, limitare alla elaborazione dei cedolini paga, ma dovrebbero diventare il punto di riferimento per gli imprenditori come supporto nella gestione delle risorse umane e per ottimizzare la variabile di costo spesso più rilevante di un bilancio aziendale: il costo del personale.
Da un po' di tempo, perciò, mi sto specializzando nella formazione dei titolari d'impresa e dei loro collaboratori, e nella ricerca, selezione e valorizzazione del personale.
Certo, il contesto in cui opero non è facile: la media degli occupati delle imprese sarde è di 2,8 unità; inoltre, fra tutte, quelle che occupano più di 250 dipendenti sono appena 39 su oltre 102.000.
Nonostante ciò, rispetto al passato, sono già molti i piccoli imprenditori che capiscono quanto sia importante investire tempo e denaro nella formazione dei collaboratori e nell'ottimizzare la gestione del proprio capitale umano. E che, soprattutto, hanno già capito che non investire può costare molto di più....
Dal tuo punto di vista di consulente del lavoro, quale visione hai della cosiddetta "Gestione delle risorse umane"?
Gestire il personale in modo accurato rappresenta a mio avviso una scelta vincente per creare e/o mantenere il proprio vantaggio competitivo.
Questo, ad iniziare da una ricerca e selezione mirata dei collaboratori, proseguendo con una loro formazione continua e introducendo dei sistemi di incentivazione/premialità adeguati agli obiettivi aziendali.
Come riconosci un'azienda che "gestisce bene" il suo personale? Ci sono degli indicatori legati alla contabilità che te lo fanno capire?
Certamente esistono degli indicatori numerici che permettono di riconoscere una azienda con una gestione sana del personale.
Di norma, questo io lo rilevo dai seguenti dati:
- da quanto l' azienda offre la possibilità di formazione continua ai propri dipendenti; formazione che non deve limitarsi a quella obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro...
- dal livello di turn over
- dalla percentuale di assenteismo dei collaboratori
- dall'incidenza delle malattie
- dalla frequenza dei provvedimenti disciplinari (lettere di richiamo, multe, sospensioni, licenziamenti)
- da numero e livello di rivendicazioni/contenzioso (conciliazioni sindacali, conciliazioni monocratiche, vertenze di lavoro, ecc.)
Ti capita spesso di esaminare con le tue aziende clienti l'opportunità e le modalità per introdurre un "sistema premiante" (ovvero, un sistema di compensi economici legati alla produttività e ad altri indicatori di performance)? In questi casi, cosa consigli?
Finora non mi è capitato spesso.
In quasi 30 anni di libera professione, solo 3 o 4 volte mi sono occupato di progettare un sistema premiante: in questi casi, si è trattato di aziende di medie dimensioni (oltre i 20 dipendenti).
Interessante in particolare, a mio avviso, quello messo a punto per una azienda operante nel settore dell' industria alimentare basato sulle "non conformità".
A ciascun lavoratore, all'inizio del mese, viene assegnata una "dote" di 50 punti: per ogni "non conformità", valutata a fine mese da una apposita commissione formata dall' A.D. e dal responsabile di reparto ( produzione, amministrazione, tesoreria, logistica, laboratorio analisi, controllo di gestione, ecc), viene decurtato un punto dalla "dote" iniziale. Il residuo punti finale viene convertito in euro e inserito come voce retributiva in busta paga.
Quali consigli daresti ad un imprenditore che vuole migliorare il suo modo di gestire il personale?
Sempre di più, gli imprenditori che seguo sono attenti e curano quest'aspetto.
In generale, questi sono i consigli principali che do':
- Pianificare interventi di formazione continua dei collaboratori, non solo sulle competenze tecniche (hard skills) ma anche, e soprattutto, per migliorare le loro competenze trasversali (soft skills), più difficili da allenare, ma che stanno acquistando sempre più importanza per i datori di lavoro e per i recruiter
- Creare un ambiente di lavoro " confortevole" cercando di instaurare e mantenere un clima di serenità ed armonia
- Coinvolgere maggiormente i lavoratori sugli obiettivi e sulle scelte aziendali...obiettivi che devono essere raggiungibili e misurabili, naturalmente!
- Riconoscere il valore del singolo lavoratore, del gruppo e i risultati raggiunti, introducendo sistemi incentivanti/premianti improntati su regole chiare e condivise.
L'insieme di tutte queste attività / sensbilità è, chiaramente, finalizzato ad evitare il rischio di avere dei collaboratori demotivati e insoddisfatti dal punto di vista professionale.
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Cosa possiamo imparare dall'intervista col consulente?
Ringrazio ancora Mario per la sua disponibilità e per averci fornito il suo prezioso punto di vista. Tirando le somme, cosa possiamo imparare da questa intervista?
Sicuramente, una serie di indicazioni importanti per gestire meglio anche il personale della tua azienda. Infatti:
- Se hai dei dipendenti e gli fai fare formazione (non solo quella obbligatoria)
- Se lavori con personale qualificato (e fidelizzato) che non si assenta dal lavoro e si ammala poco
- Se non ti capita spesso di applicare provvedimenti disciplinari per il personale
- Se non hai contestazioni né contenziosi o cause con il personale
allora, presumibilmente, la tua gestione del personale è buona.
Questo, naturalmente, se anche produttività, soddisfazione dei clienti, fatturato e utili vanno di pari passo.
Se, invece, ti sei accorto che alcuni di questi fattori non hanno un andamento soddisfacente, e magari che il tuo fatturato così come la soddisfazione dei clienti è scarsa, allora il mio suggerimento è di farti due chiacchiere con un esperto di gestione del personale o con un business coach esperto.
Questo, ovviamente, se nei tuoi dipendenti vedi un investimento anziché un semplice costo!
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