Come introdurre cambiamenti concreti in azienda (2^ parte)
Nella prima parte di questo articolo, ho raccontato come, per introdurre un’innovazione o, in generale, un qualsiasi cambiamento in azienda, sia necessario definire una concatenazione di messaggi semplici, chiari e sintetici per far capire che le cose davvero stanno cambiando.
Questo è proprio uno dei primi obiettivi che un leader vero dovrebbe porsi quando vuole traghettare la sua azienda o il suo team verso un futuro raggiungibile.
E abbiamo anche visto che, per trovare “le parole giuste”, mettersi nei panni degli altri e, nello specifico, dei dipendenti, aiuta.
Il fatto è che, spesso, la fretta prende il posto della visione più ampia e d’insieme: infatti, molti dirigenti e imprenditori si concentrano sulla contingenza, cioè su cosa bisogna fare tutti i giorni, in termini molto specifici. Si finisce così nell’omettere di aiutare i collaboratori a guardare oltre per trovare il senso di quello che fanno, capire davvero in che direzione va l’azienda e cosa i capi si aspettano da loro.
Quali messaggi per motivare al cambiamento?
“Questi messaggi (le cose da dire per presentare i cambiamenti) dovrebbero avere un ordine che porti le persone a riconoscere la ragionevolezza della vostra proposta”, continuo nel mio ragionamento, “il messaggio, i messaggi dovrebbero quindi essere concatenati dal generale allo specifico, in modo da creare un percorso a imbuto che porti i dipendenti a comprendere qual è la vera importanza di imparare l’inglese, aggiornarsi sulle tendenze, ecc.”.
Disegno una specie d’imbuto alla lavagna e chiedo: “Quindi, quali sono i messaggi che dovreste dare ai vostri dipendenti?”.
I miei allievi sono molto svegli e sanno come essere sintetici. Dalle loro riflessioni, emergono quindi le ragioni che hanno spinto proprietà e management (quasi la stessa cosa, dato che parliamo di un’azienda familiare) a rivedere l’organizzazione della loro azienda. Queste motivazioni erano già state messe in luce durante il percorso, ma solo adesso questi giovani titolari capiscono davvero che le ragioni alla base del cambiamento invocato non sono per niente chiare (anche se dovrebbero esserlo) ai loro collaboratori.
Questi i passaggi del modello per comunicare il cambiamento:
- Il mondo sta cambiando
- I clienti stanno cambiando
- Noi siamo cambiati
QUINDI
- Vi chiediamo di…
- Ci impegniamo a…
Ovviamente, gli allievi hanno arricchito ciascuno di questi passaggi con contenuti appropriati. Ma il modello, invece, resta questo che vi ho descritto poco sopra. Perlomeno, la prima bozza.
Di solito, infatti, chiedo ai miei clienti di mettere alla prova questo modello: “Immaginate ancora di essere i vostri dipendenti mentre ascoltano questo discorso; come vi sentite dopo averlo ascoltato?”
“Meglio, ovviamente” è la risposta di tutti.
Attenzione a ciò che potremmo far intendere
Aggiungendo tempo e stimoli alla riflessione, nasce anche una seconda considerazione: da un discorso con una traccia tipo quella presentata prima, potrebbe sembrare che siano solo proprietari e dirigenti dell’azienda ad impegnarsi a fondo, mentre ai dipendenti non spetti altro che “adagiarsi sugli allori”.
Ragionamento assolutamente inaccettabile per un dipendente che crede (a ragione o a torto, non importa) di essersi impegnato per il bene dell’azienda.
“E allora cosa manca? Cosa vi motiverebbe e vi convincerebbe, se foste voi i collaboratori?”
Te ne parlerò nella terza ed ultima parte di questo articolo, il prossimo lunedì.
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