Non lamentarsi: il primo segreto per vivere felici
L'altra sera l'ennesimo negoziante (una persona, tra l'altro, generalmente competente) si è soffermato a lamentarsi con me di tutto quello che va male nel mercato di Sassari (la mia città) rimpiangendo tutto quello che di bello, invece, c'era in passato.
Poi, ha quasi "appallottolato" la camicia che mi stava vendendo e l'ha infilata dentro la busta: un atteggiamento che mi ha lasciato abbastanza stupito perché di solito è una persona molto positiva e attenta a curare anche questi particolari.
Perché te lo racconto? Perché mentre parlavo con lui mi è venuto in mente il cartello che, proprio poche settimane fa, Papa Francesco ha appeso alla porta di casa sua: un cartello (donatogli dallo psicologo Salvo Noè) su cui campeggia bella in grande la scritta "Vietato lamentarsi".
Un gesto, quello del Papa, che non può che trovarmi d'accordo.
Lamentarsi, infatti, concentra la nostra attenzione sulle negatività, sui problemi e, spesso, ci allontana dalle soluzioni. E, di conseguenza, anche dall'essere felici. Perché, dopo il mio ultimo articolo su cosa aiuta ad avere successo, è proprio di felicità che voglio parlarti oggi.
Cosa è la felicità?
Tutti vorremmo essere più felici. Ma cosa è la felicità? E che rapporto ha con il successo? Felicità e successo sono la stessa cosa o sono, magari, differenti anche se simili?
La parola “felice” deriva dal latino “felix”, che significa “fecondo”, “fertile”.
Questo significa che il concetto di felicità richiama soprattutto quello di “prosperità”, di ricchezza.
Felice è una “persona che si sente completamente soddisfatta”[1] e, per questo motivo, la felicità è soggettiva: ciò che dà soddisfazione ad una persona, non è detto che soddisfi tutte le altre persone.
In generale, però, una persona felice è una persona soddisfatta. E tu lo sei? Quanto? Vuoi scoprire come sentirti più felice?
La gratitudine: un segreto per vivere felici
Una delle principali componenti della felicità è la gratitudine, cioè la capacità di riconoscere quello che abbiamo e, per questo, aumentare il senso di appagamento.
Naturalmente, non ti sto dicendo che ti devi foderare occhi e orecchie di prosciutto e non considerare che ci sono cose che non vanno. Anzi, riconoscere cosa va bene e cosa non va bene serve a migliorare.
Questo se ti assumi la responsabilità per i miglioramenti da apportare, per quanto di tua competenza, e nel concentrarti su ciò che dipende da te.
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Un esercizio sulla gratitudine per essere più felici
Quindi, se vuoi coltivare la tua felicità, a fine serata, dedica dieci minuti a riconoscere quello che hai ottenuto da te stesso, dagli altri, dalla vita (da Dio, se sei credente): nel corso del tempo, questo contribuirà ad abituarti a riconoscere quello che già hai. Molte persone poco felici, infatti, hanno ottenuto molto dalla vita ma, semplicemente, non lo hanno riconosciuto e, per questo, non ne godono.
Tornando all'esempio del commerciante, che ho fatto all'inizio dell'articolo, lamentarsi può andar bene come sfogo (5 minuti al giorno, non di più), ma ci allontana sia dall'essere felici che dal trovare soluzioni.
Prossimamente, ti parlerò di un altro fondamentale tassello nel mosaico della felicità: realizzare la propria missione personale (o Scopo della Vita).
[1] Dizionario Garzanti della lingua italiana