Shakespeare e public speaking: la lezione di Enrico V
In alcuni casi, i gruppi hanno bisogno di stimoli forti per recuperare grinta e motivazione. In questi casi, come ad esempio di fronte al contagio della paura o dell'ansia, la capacità di un leader di infondere determinazione e fiducia è molto importante.
Uno dei modi per trasmettere sicurezza e determinazione e per vincere resistenze e paure è proprio il discorso fatto al gruppo di lavoro.
In un precedente articolo ho già descritto la struttura di un "discorso motivazionale" fatto da Giulio Cesare alle sue truppe e, nel farlo, mi sono ricordato che la struttura ricorda il discorso di Enrico V prima della battaglia di Anzicourt (una battaglia memorabile contro l'esercito francese, vinta dagli inglesi nonostante l'evidente inferiorità numerica), discorso romanzato da William Shakesperare e splendidamente recitato, nel video qui sotto, da Kenneth Branagh.
Il discorso di Enrico V, secondo Shakespeare
Quali sono le strategie motivazionali utilizzate in questo discorso?
Anche in questo caso, si ripetono le strategie motivazionali di Giulio Cesare:
- Fare leva su valori importanti per chi ci ascolta.
- Manifestare sicurezza (es. "...chi non si sente l’animo di battersi oggi, se ne vada a casa: gli daremo il lasciapassare e gli metteremo anche in borsa i denari per il viaggio".
- Premiare i più meritevoli e creare, così, un modello da raggiungere, un traguardo. E avere un traguardo da raggiungere significa avere una sfida da vincere.
In più si aggiungono alcuni "trucchi" della comunicazione suggestiva o ipnotica:
- ribaltare la logica comune (rompere gli schemi). Ad esempio, quando Enrico V dice "Se è destino che si muoia, siamo già in numero più che sufficiente; e se viviamo, meno siamo e più grande sarà la nostra parte di gloria" sicuramente sorprende le persone che si aspettano rassicurazioni immediate sulla loro sopravvivenza.
- la profezia, cioè il racconto di un evento futuro, come se chi racconta fosse chiaroveggente. "Chi vivrà questa giornata e arriverà alla vecchiaia, ogni anno alla vigilia festeggerà dicendo: "Domani è San Crispino"; poi...". Questo modo di raccontare crea motivazione perché porta chi ascolta a proiettarsi verso un futuro desiderabile.
- la lettura del pensiero, che consiste nel parlare come se si conoscessero pensieri ed emozioni degli altri (es. "...egli dimenticherà tutto il resto, ma ricorderà con grande fierezza le gesta di quel giorno...", "...tanti gentiluomini, ora a letto in patria, si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui...")
- l'ancoraggio, cioè l'uso di uno stimolo sensoriale memorizzato (in questo caso, il riferimento al giorno di San Crispino e Crispiano, che ricorre durante tutto il discorso) per portare ad un cambiamento nello stato d'animo: "...e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest’oggi, fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi. Noi felici, pochi...
- la promessa di riscatto sociale "Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata..."
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Come utilizzerai queste strategie per il tuo prossimo discorso?
Se hai letto questo articolo, probabilmente, ti capita spesso di fare discorsi ai tuoi collaboratori, oppure di parlare in pubblico per lavoro.
Hai imparato qualcosa di nuovo? Come applicherai questi principi nel tuo prossimo discorso? Se vuoi, fammelo sapere lasciando un commento a questo articolo.
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