“Vedevo le persone muoversi rapide come formiche, spostandosi elettriche, affannate, da una scrivania all’altra, da un ufficio all’altro, ognuna per conto suo… mi dava l’impressione di assistere ad un andirivieni sconclusionato, un agitarsi a vuoto, senza che nessuno, in realtà, ci capisse molto di quello che stava facendo e di cosa era davvero importante fare. […]
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